Cimiteri storici in Italia, quali visitare
Cimiteri storici da visitare in Italia
Che il nostro Paese sia ricco di arte e cultura è un dato di fatto riconosciuto in tutto il mondo. Musei, palazzi e monumenti a cielo aperto testimoniano, lungo tutta la penisola, le diverse civiltà che l’hanno attraversato, ciascuna lasciando un segno tangibile della propria arte. E così, in una tale abbondanza di luoghi meritevoli di essere scoperti, pensare di mettersi in viaggio per visitare i cimiteri più belli d’Italia può apparire come un’idea quantomeno bizzarra. Eppure questi luoghi spesso dimenticati rappresentano una preziosa testimonianza artistica e storica per le città che li ospitano. Basti pensare ai cimiteri storici in cui sono stati seppelliti, nei secoli, personaggi celebri ai quali sono stati dedicati monumenti funebri realizzati dai più famosi scultori. O semplicemente, fermandoci alle storie personali, andrebbe ricordata l’importanza che questi luoghi rivestano nel ricostruire storie familiari, genealogie non custodite altrove.
In un viaggio alla scoperta dei cimiteri famosi d’Italia non si può che partire dal Cimitero monumentale di Milano.
Opera dell’architetto Carlo Maciachini, fu inaugurato nel 1866. Il progetto fu avviato sei anni prima dal Municipio di Milano che bandì un concorso con l’intento di costruire un unico luogo di memoria comune, in grado di ospitare gli illustri personaggi della città e sostituendosi così ai piccoli cimiteri della periferia ritenuti non in linea con le norme igienico-sanitarie del tempo.
Il suo architetto ideò l’opera come un insieme di diversi stili e culture: ad un impianto prevalentemente romanico accostò elementi provenienti dall’architettura gotica e bizantina. Con il passare degli anni, poi, si aggiunsero gli stili dei diversi monumenti funebri che furono costruiti: dal neoclassico al liberty, fino al moderno razionalismo. A dominare la superficie del cimitero, che misura oltre 250.000 m², è il Famedio, il Tempio della fama, ovvero l’edificio centrale in cui riposano i personaggi più illustri della città e dell’intero paese. Dotato di quattro ingressi separati, l’architettura del Famedio è in linea con quella dell’intera struttura: lo stile romanico predominante accoglie elementi gotici, che ricordano da vicino le chiese della Romagna.
All’interno del tempio spicca la tomba di Alessandro Manzoni, lo scrittore milanese morto nel 1873 e trasferito qui 10 anni dopo. Tutto intorno trovano spazio i sepolcri dedicati ad altri personaggi illustri: per esempio Carlo Cattaneo, Salvatore Quasimodo, Ferdinando Bocconi. Lungo le pareti del Famedio si susseguono numerose targhe in marmo dedicate alla memoria dei milanesi più celebri che si sono distinti durante la loro vita nei rispettivi campi. Nella maggior parte dei casi, come per l’attore Raimondo Vianello, i cantanti Giorgio Gaber e Vincenzo Jannacci o per i primi fondatori, rispettivamente di Milan e Inter, Herbert Kilpin e Giorgio Muggiani, i corpi sono stati seppelliti altrove. Una volta fuori dal Famedio è possibile accedere alla cripta, dove trovano posto le sepolture di poeti, scrittori e artisti celebri del Novecento: da Alda Merini a Franca Rame.
Il Cimitero Maggiore di Milano, (conosciuto anche come Musocco) è, come suggerisce il nome, il più grande cimitero della città. La sua costruzione fu avviata nel 1886 su progetto degli ingegneri Luigi Mazzocchi ed Enrico Brutti. Come luogo fu scelto l’Antico bosco della Merlata che qualche anno prima era stato disboscato, in seguito ad una legge forestale che aveva reso il terreno edificabile. La scelta di costruire un nuovo grande cimitero, dopo l’avvio dei lavori del Monumentale appena qualche anno prima, si era resa necessaria in seguito all’emergere dell’insufficiente capienza del primo. Il nuovo cimitero fu così inaugurato nel 1895 dal cardinale Andrea Carlo Ferrari. La nuova costruzione tuttavia non incontrò subito il favore dei milanesi: troppo distante dalla città, era ritenuto difficile da raggiungere soprattutto per le classi che non possedendo mezzi propri. Per rispondere alla richiesta dei cittadini, contemporaneamente all’inaugurazione del nuovo cimitero, il Comune istituì una collaborazione con la linea tranviaria per il trasporto dei morti: furono realizzate delle vetture apposite che, circumnavigando il centro storico della città, permettevano il trasporto delle salme da una parte all’altra di Milano. Ma ben presto anche il Cimitero Maggiore si rivelò insufficiente ad accogliere tutti i cittadini. Per questo motivo qualche anno dopo, nel 1913, furono avviati i lavori di ampliamento che terminarono soltanto dopo la Seconda guerra mondiale, quando alle sue spalle fu costruito il cimitero ebraico. Proprio per le sue grandi dimensioni, all’interno del Cimitero Maggiore di Milano fu istituito un servizio di trasporto pubblico che permetteva di spostarsi agevolmente da un capo all’altro della struttura. Tra i personaggi celebri che hanno riposato all’interno del cimitero va ricordato il caso di Benito Mussolini. Dopo l’uccisione, il corpo fu sepolto in una tomba senza nome che tuttavia fu più volte violata. Per questo motivo nell’aprile del ’46 la salma fu riesumata e seppellita, successivamente, a Predappio nella tomba della famiglia.
Da Milano a Roma, nel viaggio tra i cimiteri storici italiani, una tappa obbligata è il Cimitero del Verano a Roma. Come per molti dei camposanti italiani, anche la costruzione del cimitero monumentale romano trasse impulso dall’Editto di Saint-Cloud che prescriveva la sepoltura dei corpi lontana dal centro cittadino. Per questo motivo si avviò la costruzione del nuovo cimitero romano che fu affidata all’ingegnere Giuseppe Valadier. La zona prescelta fu quella che già gli antichi romani utilizzavano come luogo di sepoltura, lungo la via Tiburtina, dove erano infatti già presenti la catacomba di Santa Ciriaca e la tomba di San Lorenzo. La prima fu inglobata dal cimitero del Verano mentre sulla seconda verrà poi edificata la Basilica di San Lorenzo fuori le mura. Ad accogliere il visitatore all’ingresso è il grandioso portico realizzato da Virginio Vespignano, che sorge su un’antica catacomba cristiana. Si snodano poi i lungo vialoni, sulle cui sponde riposano molti esponenti della cultura, della politica e della letteratura italiana. Ad ogni angolo è possibile imbattersi in monumenti funebri dall’alto valore artistico. Tra questi, la tomba di Emilia Filonardi Lombardi, realizzata dal marito scultore, e il sepolcro della cantante Claudia Muzio impreziosita da un bassorilievo di Pietro Canonica.
Cimiteri abbandonati in Italia
Accanto ai cimiteri monumentali, custodi di storia e cultura delle nostre città, meritano di essere ricordati anche i cimiteri abbandonati, disseminati lungo la penisola. Depositari di un fascino malinconico e suggestivo, sono spesso meta di curiosi e visitatori attratti dal loro fascino inquieto.
Tra i cimiteri abbandonati in Italia, il più celebre è senza dubbio quello della Colombara in Piemonte. Costruito intorno al XVI secolo in provincia di Vercelli, versa oggi in un totale stato di abbandono. Tra le sepolture, interamente avvolte dall’erba, vivono numerose rane tanto che il luogo è anche conosciuto come Cimitero delle rane. A contribuire al mistero che avvolge questo luogo, le scarse notizie della sua storia: le poche informazioni sul suo conto parlano di un abbandono a metà del ‘900, senza citare però i motivi di questa scelta.
Cimiteri storici europei
Nel promuovere l’importanza dei cimiteri storici in Italia e non solo, un importante merito va riconosciuto proprio al nostro Paese. Nel 2001, infatti, a Bologna è stata costituita l’Asce, Association of Significant Cemeteries in Europe, ovvero l’associazione europea che mira alla tutela del patrimonio artistico e storico dei cimiteri. L’iniziativa fu avviata grazie ad un memorandum d’intesa tra 12 soggetti pubblici e privati, tra i quali l’Università di Colonia, l’Amministrazione dei Cimiteri di Stoccolma, il Dipartimento Lituano per la Protezione dei Beni Culturali e diversi comuni (Copenaghen, Strasburgo, Lubiana, Genova, Torino e, appunto, Bologna).
Scopo dell’associazione è la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema del valore storico e culturale dei cimiteri, in tutto il territorio europeo. Da qui, negli anni, si sono moltiplicate le occasioni di incontro tra gli addetti ai lavori per animare un confronto proficuo tra i diversi modelli amministrativi presenti nei paesi europei e sviluppare così un nuovo modello di buone pratiche da mettere in campo.